Confidi, fondazioni, accompagnamento alla denuncia e assegnazioni di beni confiscati alla mafia
Confidi
Sotto forma di consorzio o cooperativa tra associazioni di categoria imprenditoriali e ordini professionali, hanno il compito di offrire consulenza alle micro, piccole e medie imprese presenti nel territorio e prestare garanzia fino all'80% alle banche o ad intermediari finanziari che concedono prestiti alle imprese in difficoltà, vedi legge 108/96.
Fondazioni
Le fondazioni anti usura riconosciute e iscritte presso il Ministero del Tesoro, svolgono la propria attività a sostegno di soggetti in stato di sofferenza economica, attraverso assistenza e prestazione di garanzie presso banche ed altri intermediari finanziari per un più facile accesso al credito. Ma nell'azione di contrasto all'usura sono impegnate a svolgere un ruolo di sostegno e accompagnamento delle vittime dell'usura alla denuncia.
Oggi più che mai il ruolo delle fondazioni appare essenziale. Di fronte ad un fenomeno che muta velocemente volto a strategie di azione, è sempre più necessario uscire da un certo immobilismo al quale anche il mondo dell'anti usura finisce sovente per approdare correndo spesso il rischio di fungere solo da banche per poveri cristi.
Così come sarebbe altrettanto necessario assicurare a quanti denunciano un concreto sostegno per ricominciare a svolgere la propria attività.
Visto che, sempre più frequentemente le vittime, anche se denunciano, si trovano ad affrontare enormi difficoltà di reinserimento nell'economia legale, per via di una pressione fiscale che continua a non fargli sconti, di logiche "senza sconti" dello stesso sistema bancario, o anche a causa dei ritardi nella burocrazia dell'iter di accesso ai benefici di legge, perché non immaginare che venga assegnato loro un bene confiscato alla mafia e alla criminalità nel quale poter riavviare la propria attività lavorativa?
Continuare a versare in condizioni economiche disastrose anche dopo la denuncia, o peggio ancora, a causa della denuncia, non è certamente incoraggiante per chi ha fatto della convenienza nella denuncia il proprio cavallo di battaglia.
Appare inoltre, fondamentale monitorare la fase di rientro delle aziende nel mercato e, soprattutto, fare in modo che questo rientro avvenga. Garantendo, per esempio, la non pignorabilità dell'attività commerciale o imprenditoriale delle vittime il cui reinserimento nell'economia legale grazie ai fondi dell'art. 14 potrebbe avvenire proprio assicurando loro la possibilità di riprendere la propria attività lavorativa. Le aziende rientrate nel mercato, che falliscono dopo poco sono numerosissime e il più delle volte ciò accade a causa dei vincoli amministrativi che scattano in automatico creando un vero e proprio vortice del recupero crediti da parte degli operatori finanziari.
Il ruolo di banche e intermediari finanziari non è affatto marginale. Chiamare anche loro ad assumere un ruolo di contrasto al fenomeno dell'usura è un dovere. Anch'essi, in qualità di attori sociali, dovrebbero essere investiti di responsabilità, di concerto con le altre istituzioni.
In conclusione, se, come si è detto, il fenomeno usura cresce adattandosi ad esigenze dettate dalle nuove povertà, figlie della società odierna, le strategie di contrasto devono necessariamente incrementare la propria efficacia.
Contrastare l'usura non significa, però, soltanto tamponare l'urgenza. Ma anche prevenirne le cause e in offrire alle vittime soluzioni alternative all'usura, prospettive che diano alla legalità un valore reale oltre che morale. In altri termini significa operare attraverso uno sguardo più ampio, immaginare percorsi di contrasto e soluzioni concrete in grado di agire a lungo termine.
Perché un singolo o un operatore economico non abbia dubbi sul ricorso alla denuncia è fondamentale che tutti insieme si dia risposta certa alle domande che alimentano quei dubbi.